mercoledì 12 agosto 2009

Copy in Italy: autori italiani nel mondo dal 1945 a oggi


"L'idea è quella di accogliere degnamente le centinaia di delegati che arriveranno a Milano per il congresso mondiale del bibliotecari (dal 23 al 27 agosto, tutte le info su IFLA2009, il sito ufficiale italiano della manifestazione): si sono dunque mosse per tempo molte istituzioni, dal Comune di Milano, alla provincia, alla regione. Tra cene di gala, aperture notturne di mostre e inaugurazioni che integreranno i lavori dei congressisti spicca, però, l'esposizione che verrà allestita alla Braidense (una delle biblioteche più belle del panorama italiano) dal 24 agosto e fino al 20 ottobre prossimi dla titolo "Copy in Italy: autori italiani nel mondo dal 1945 ad oggi". L'ha organizzata la Fondazione Mondadori con il sostegno decisivo dell'Aie, della Fondazione Cariplo, della Regione Lombardia e in collaborazione con le Università milanesi). Come al solito, alla Fondazione hanno fatto le cose per bene. Un anno di lavoro e preparazione per proporre un percorso espositivo ricchissimo che fa il punto, sotto molti aspetti, di cosa significhi per l'editoria italiana essere nota, riconoscibile ed esportabile all'estero, essere cioè un marchio Made in Italy, come design e moda. A volte si tratta semplicemente di trascinare un autore dal nostro paese a un altro, a volte di esportare un nostro cervello a far fortuna fuori dia confini patri, a volte, perché no?, 'tradire' un autore, oltreché tradurlo. Lo sforzo è sttao notevole ma il catalogo (edito da Effigie) ne rende giustizia e resterà come documento prezioso e utilissimo strumento di lavoro. Non è, infatti, la solita carrellata di testimonianze di scrittori (che pure ci sono) o di casi storici (Levi, Guareschi, Gadda, a cui è dedicato un ottimo intervento di Giorgio Pinotti) ma ci sono, soprattutto, i saggi di Paola Dubini e Giovanni Baule che diventeranno di riferimento. La prima ha compiuto un'analisi molto dettagliata sulla fortuna commerciale degli autori italiani. La tesi di partenza è forte, anche se discutibile (lo ammette la stessa autrice): un autore riesce a 'emigrare' tanto più facilmente quanto più ha avuto successo in casa. E' così, in effetti, e lo sarà sempre più; del resto, noi ci comportiamo così quando traduciamo. I numeri della Dubini sono un punto di forza: un'operazione su long e bestseller pionieristica, anche se suscettibile di miglioramenti. Per chi ama come noi la grafica editoriale, il lavoro di Giovanni Baule sulla 'resa' dei nostri autori all'estero guardata dal punto di vista delle copertine è pieno di sorprese. Il punto di forza è la scansione, visibile in mostra, di 1500 copertine da tutti i Paesi del mondo, molte delle quali dallos terminatoa rchivio dell'Ali, l'agenzia che fu di Linder, cui la Fondazione Mondadori dedica da tempo i suoi studi. Ci sono pezzi unici e rarissimi, oltreché molto belli esteticamente (spesso all'estero hanno allestito copertine migliori delle edizioni originali) e l'analisi di Baule descrive attentamente coem gli autori sono tradotti quando si tratta di 'iconicizzarli' in una copertina. Per conoscere meglio la fortuna di due nostri casi letterari amatissimi anche all'estero, infine, ci saranno due convegni milanesi. Il primo, il 22 settembre (SpazioOberdan) sulla fortuna di Giovannino Guareschi, l'altro, l'8 ottobre (alla Triennale) dal titolo 'La sfida di Camilleri'. Qualunque essa fosse, che l'autore siciliano l'abbia già vinta, non ci piove." (da Stefano Salis, 'Copy in Italy' per bibliotecari, "Il Sole 24 Ore Domenica", 09/08/'09)

Le copertine

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