mercoledì 16 aprile 2008

Lettera a D. Storia di un amore di André Gorz


"'Hai appena compiuto ottantadue anni. Sei sempre bella, elegante e desiderabile. Sono cinquantotto anni che viviamo insieme e ti amo più che mai ... La notte vedo talvolta la figura di un uomo che, su una strada vuota e in un paesaggio deserto, cammina dietro a un carro funebre. Quest'uomo sono io. Sei tu, che il carro funebre trasporta. Non voglio assistere alla tua cremazione; non voglio ricevere un vaso con le tue ceneri ... Spio il tuo respiro, la mia mano ti sfiora. Ciascuno di noi vorrebbe non dover sopravvivere alla morte dell'altro. Ci siamo spesso detti che se, per assurdo, avessimo una seconda vita, vorremmo trascorrerla insieme'. Sono parole che chiudono la lettera a Dorine. Sono state scritte entro il 6 giugno del 2006. Esse non suonano più come una conclusione ma come una premessa, un antefatto, alla notizia che le agenzie comunicano il 22 settembre 2007, poco più di un anno più tardi. I corpi di André Gorz, 84 anni, e della moglie Dorine, 83, afflitta da tempo da una grave malattia degenerativa, sono stati ritrovati distesi l'uno accanto all'altro nella loro casa ottocentesca di Vosnon, vicino a Troyes, nell'Aube. Si erano suicidati con un'iniezione letale. Avevano affisso un biglietto sulla porta di casa: 'Avvertite la gendarmeria'. Avevano lasciato messaggi agli amici e istruzioni meticolose, meticolosamente rispettate: che fossero cremati, e le ceneri sparse nel giardino di casa. Ma la sequenza è destinata a invertirsi. Le lettrici e i lettori che hanno ora in mano la Lettera a Dorine conoscono la notizia finale, della loro morte comune, ed è quella a far da introduzione e antefatto alla lettura. I lettori francesi avevano avuto in mano il libretto fin dall'autunno del 2006, l'avevano letto e ne erano stati commossi. Ma la notizia estrema, che era venuta per quelli come un compimento e un adempimento, per gli altri, e ora per noi italiani, diventa il punto d'avvio per un pellegrinaggio a ritroso che risale alla Lettera, poi grazie a essa, al primo incontro di un uomo e una donna che nessuno avrebbe detto fatti l'una per l'altro, e però spaesati ciascuno a suo modo, e capaci di unire per sempre le proprie vite. 'Il giorno del nostro incontro, tu eri circondata da tre uomini che cercavano di farti giocare a poker ... Quando i nostri sguardi si sono incrociati, ho pensato: 'Con lei non ho nessuna possibilità'. [...]" (da Adriano Sofri, Due vite un amore. Storia di Dorine e André, "La Repubblica", 16/04/'08; dall'introduzone di Adriano Sofri a Lettera a D. Storia di un amore, Sellerio)

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